lunedì 17 agosto 2015

S. - LA NAVE DI TESEO



J. J. Abrams e Doug Dorst
S. - LA NAVE DI TESEO
Rizzoli Lizard
2014, cartonato
472 pagine, 35 euro


Su “S.”, ovvero “La nave di Teseo”, si è scritto di tutto e il contrario di tutto. Leggendo le recensioni in Rete c’è di che divertirsi: i pareri sono opposti, tra chi grida al capolavoro e chi ne lamenta la noia mortale. Personalmente, sono del parere che di fronte a un’opera del genere siano secondarie le trame delle due storie parallele che si sviluppano dentro e fuori (o ai margini) del romanzo scritto dall’immaginario V. M. Straka. Sono più che convinto che sia il falso libro del 1949 (perfettamente riprodotto come oggetto d’antiquariato e proposto al lettore tale e quale ci si aspetta sia un volume ingiallito rubato da una biblioteca) sia le annotazioni ai margini scritte a penna, pennarello e lapis da due diverse mani, offrano indizi degni di approfondimenti in grado di portare a piani di lettura ancora diversi da quelli che appaiono a una prima lettura, e ci sarà chi vorrà studiare ogni dettaglio scoprendo che tutto può essere interpretato come un tassello di un puzzle da ricomporre senza avere sottomano il disegno complessivo. Tuttavia, qualunque sia o possa essere il gigantesco gioco a più livelli che gli autori ci sfidano a scovare, per quanto mi riguarda mi ritengo più che soddisfatto dal miracolo dell’oggetto in sé. 



Un prodigio di cartotecnica che appaga il bibliofilo che ama il libro in quanto tale, ovvero qualcosa da toccare, da palpeggiare, da sfogliare, da restituire più vissuto di quando lo si è ricevuto. “S. – La Nave di Teseo” è il libro perfetto: con le impronte digitali di chi lo ha posseduto, con le annotazioni scritte a mano, con i foglietti di appunti dimenticati fra le pagine e le cartoline usate come segnalibri. J. J. Abrams ha affermato che "il punto è proprio possederlo fisicamente”, e la mia soddisfazione nello sfogliarlo e risfogliarlo consiste anche nel gongolare pensando che non può esisterne una copia digitale. E’ vero che ne esiste una versione e-book ma, per ammissione degli stessi autori, l’esperienza che se ne ricava è del tutto diversa da quella dell’avere tra le mani un tomo dalle cui pagine può cadere a terra di tutto, perché è in questo che consiste la trovata geniale di chi lo ha realizzato: fornire ai lettori un falso perfetto di un vero libro su cui altre dita prima delle nostre hanno passato i loro polpastrelli vergando note e lasciando tracce. 



Ovviamente non è tutto qui: il romanzo che è alla base di tutto, “La nave di Teseo”, si può leggere come un racconto a sé stante, con tanto di introduzione che cerca di fare il punto sul suo enigmatico presunto autore, V. M. Straka. Allo stesso modo si può ignorare il testo principale e concentrarci solo sulle annotazioni a mergine delle pagine: quelle di due studenti universitari, Jennifer ed Eric, che si passano il volume fra di loro, inizialmente senza conoscersi né incontrarsi, e che si innamorano così. Però i due finiscono anche per scoprire un complotto riguardante appunto la vera identità di Straka, e il gioco in cui si invischiano si rivela pericoloso. Insomma, c’è di che divertirsi. Indubbiamente non è facile seguire i diversi piani di lettura e c’è da confondersi. Però, siccome la cosa è intrigante, ci si riesce abbastanza presto, con un po’ di allenamento, e si finisce per appassionarsi. Stupisce, certo, il fatto di seguire lo sviluppo di un libro in un modo tanto insolito. Alla fine, sia la trama del romanzo stampato (“La nave di Teseo”), che parla di uno uomo senza memoria che si imbarca su un vascello il cui equipaggio è quanto mai inquietante, sia l’indagine dei due studenti (lui cacciato dall’Università, in realtà, e in guerra con un professore, Moody, che conduce la sia stessa indagine su Straka) non si risolvono in modo chiaro e netto. Il che lascia un po’ perplessi, ma non delusi, viste le emozioni con cui siamo arrivati fin lì. Del resto, ideatore dell’operazione è proprio quell’Abrams a cui si deve (almeno in buona parte) la serie di “Lost”, un altro racconto innovativo con un finale che ha fatto discutere. C’è lo zampino di Abrams anche nel rilancio della saga di Star Wars: insomma, un nome da cui ci si aspettano idee in grado di stupire. Dal punto di vista pratico, poi, il lavoro è stato affidato a Doug Dost, al quale non si può che fare tanto di cappello. La confezione dell’oggetto è costituito da una sorta di scatola contenitore con i nomi dei veri autori e le indicazioni per la lettura, dentro alla quale c’è il finto libro d’antiquariato stampato con carta ingiallita e imbottito di documenti, lettere, giornali, fotografie, cartoline, biglietti, tutti del tutto credibili come veri e perfetti in ogni dettaglio (fare attenzione nel maneggiarlo).


Nessun commento:

Posta un commento