mercoledì 28 ottobre 2015

IL FEDERALE DI BORGO TORRE



IL FEDERALE DI BORGO TORRE
di Claudio Nizzi
Mobydick
2009, brossurato
160 pagine, 13 euro

Si tratta del secondo romanzo della divertente serie dedicata da Claudio Nizzi (uno fra i più versatili e prolifici sceneggiatori di fumetti italiani, per anni al timone di Tex) all'immaginario paesino di Borgo Torre. La località si trova, idealmente, sull'Appennino Modenese, non distante dal passo dell'Abetone, e per chiunque conosca un po' la zona non è difficile identificarlo in Fiumalbo, anche se l'autore sostiene che in realtà ha attinto, nel descriverlo e nel popolarlo, da più centri abitati del Frignano. Il primo romanzo ambientato a Borgo Torre si intitola "L'epidemia" ed è datato 2008. A tutt'oggi la serie si compone di quattro titoli, più svariati racconti usciti solo su rivista. Tutti sono gradevolissimi per trama e per scrittura. La scrittura è particolarmente curata, efficace e graffiante, fatta com'è di frasi brevi, lucide ed essenziali, senza una parola di troppo, né una di meno, e con una costruzione sintattica da manuale. L'epoca storica è sempre la stessa: il Dopoguerra. I personaggi sono ricorrenti e coprono tutte le estrazioni e le componenti sociali: il parroco, il sindaco, il comandante dei carabinieri, i comunisti, i democristiani, i nostalgici fascisti, le maestrine bigotte, le mogli fedifraghe e i mariti traditori. Le vicende boccaccesche e gli intrighi da camera da letto hanno tanto peso quanto gli scontri politici e i raggiri truffaldini, e non manca mai il risvolto giallo. In questo romanzo in particolare il mix è particolarmente divertente. Diego Varalli, ex federale di Borgo Torre, viene trovato ucciso. Il fatto è che in parecchi, in paese, avrebbero avuto motivo di volerlo vedere morto. Per il maresciallo Caruso, che indaga sull'omicidio, c'è l'imbarazzo della scelta. Potrebbe essere stata la moglie Matilde, che ha una tresca con il bizzarro scultore Dante Borgomanni (a cui è stato commissionato un monumento ai caduti che in realtà mostra lui e lei nell'estasi dell'amplesso). Potrebbe essere stato Cesarone Taddei, che nel 1922 era partito con il Varalli dall'Appennino per partecipare alla Marcia su Roma e non era più tornato per motivi misteriosi che nessuno ha saputo spiegarsi, ma che è improvvisamente ricomparso. Potrebbe persino essere stato un carabiniere in servizio nella stazione del paese e che nasconde un segreto nel passato. Ma perché escludere l'operaio Enea Tosatti, che ha avuto un diverbio con il defunto, titolare della filanda dove lui lavora? Insomma, non ci si annoia di certo seguendo il divertente dipanarsi della vicenda, pieno di colpi di scena e di dialoghi scoppiettanti.

lunedì 19 ottobre 2015

CATARSI



CATARSI
di Luz
Bao Publishing
2015, cartonato
130 pagine, 16 euro

Una catarsi, forse, per Luz. Ma un rinnovarsi dell'angoscia per il lettore, questo libro. L'angoscia è quella dei giorni che seguirono (per me, continua tuttora) il tragico mercoledì 7 gennaio 2015 in cui la redazione del settimanale "Charlie Hebdo" venne sterminata a Parigi da un commando jihadista. Tra le numerose vittime ci furono il direttore Charb e un mostro sacro del fumetto come George Wolinski. Luz sfuggì al massacro soltanto perché in ritardo alla riunione mattutina prevista per quel giorno. Alla sua matita si deve la prima copertina della ripresa delle pubblicazioni, una delle icone grafiche più efficaci che abbia mai visto. Il senso di "Catarsi" è spiegato nella pagina introduttiva del volume, scritta a mano dall'autore: "Un giorno, il disegno mi ha abbandonato. Lo stesso giorno in cui se n'è andato un pugno di amici. Con la sola differenza che lui poi è tornato. Un poco alla volta. A volte più serio, a volte più lieve. Con lui ho parlato, ho pianto, urlato, mi sono riconciliato, man mano che il segno diventava più chiaro. Abbiamo cercato entrambi di comprendere. Ci siamo detti, il disegno e io, che non saremo più gli stessi. Come tanti altri. Questo libro non è una testimonianza, ancor meno un'opera a fumetti, ma piuttosto la storia di come si sono ritrovati due amici che hanno rischiato di perdersi di vista per sempre". Come si possa riuscire a rinascere dopo essere sopravvissuto per puri caso alla tragedia del Quai des Orfévres 36 è ciò che Luz tenta di fare ricorrendo alla sintesi del suo inchiostro. I disegni a volte sono macchie che sembrano muoversi sotto i nostri occhi descrivendo stati d'animo prima che immagini, con risultati drammaticamente coinvolgenti. In altri casi riemerge il Luz satirico e mordace che conosciamo. Ma subito il tratto cambia, come se un concetto, un'emozione, un sussulto di rabbia o di dolore cercassero una forma. Luz descrive con i suoi disegni, talvolta con i suoi scarabocchi, la non-vita da recluso sotto scorta, ma anche la storia d'amore con la compagna, a cui il libro è dedicato. Ed è proprio nel suo abbraccio che si realizza la catarsi, quella in grado di dare la forza di andare avanti nonostante tutto. Della tragedia del 7 gennaio abbiamo già parlato in questo spazio recensendo "Je suis Charlie" e il saggio postumo di Charb.

domenica 18 ottobre 2015

LE ULTIME DICIOTTO ORE DI GESU'



LE ULTIME DICIOTTO ORE DI GESU'
di Corrado Augias
Einaudi
2015, cartonato
250 pagine, 20 euro. 

L'interesse di Corrado Augias per le tematiche religiose è dimostrato da alcuni suoi libri-intervista quali "Inchiesta su Gesù" (con Mauro Pesce) e "Inchiesta su Maria" (con Marco Vannini). Eccolo adesso a cimentarsi da solo con la ricostruzione del processo più importante della Storia, quello a Joshua Ha-Nozri, ovvero Gesù di Nazareth. La lettura è intrigante ma non si tratta di un vero e proprio saggio. Direi che siamo di fronte a una docu-fiction, come uno di quei documentari presentati da Piero Angela in cui degli attori in costume sono chiamati a fornire, recitando, una versione più o meno attendibile degli avvenimenti di cui si parla. Molte sezioni del libro sono pertanto romanzate e vi compaiono personaggi e dialoghi di fantasia, per quanto plausibili o perfino probabili. Poi la finzione si interrompe e Augias commenta da giornalista e riferisce da divulgatore le opinioni degli storici, quindi allega dei documenti fittizi come le testimonianze rese da Caifa, Maria, Giuseppe, Pietro, Ponzio Pilato, un membro della setta degli Esseni e così via: testimonianze ricostruite ed inventate, ma proposte come se fossero rilasciate davanti a una telecamera in un programma TV. Questa alternanza fra resoconto storico e parti recitare non giova al libro, che finisce per non essere né carne né pesce e non accontentare né chi si lascerebbe volentieri sedute da un romanzo né chi, come me, preferirebbe una puntuale indagine scientifica. Tuttavia, alla fine dell'agile e accattivante lettura, si riesce a capire piuttosto bene il contesto in cui si svolse il processo a Gesù (personaggio della cui storicità Augias non dubita, pur restando il mistero sulla sua reale identità) il perché dell'arresto, i giochi di palazzo, le pressioni su Pilato, il ruolo del Sinedrio e del Sommo Sacerdote Caifa. Il ritratto psicologico di Pilato in particolare, ma anche la ricostruzione della realtà storica della dominazione romana in quel preciso momento della Storia sono molto efficaci. Restano appena accennati, purtroppo, i collegamenti fra gli insegnamenti di Cristo e le idee propugnate dagli Esseni, meritevoli di ben altro approfondimento. Molto bella, invece, la figura umana di Joshua Ha-Nozri come risulta al termine della lettura.

lunedì 5 ottobre 2015

TONY PLUMBEO E IL GIUDIZIO UNIVERSALE



TONY PLUMBEO E IL GIUDIZIO UNIVERSALE
di Lorenzo Bartoli
Play Seven edizioni
brossourato, 2012

Lorenzo Bartoli (nato nel 1966 e prematuramente scomparso nel 2014) non ha bisogno di presentazioni come geniale autore di fumetti (basterà citare John Doe, ma l'elenco delle sue opere sarebbe interminabile). Come scrittore, io lo conoscevo per "Cuori da bar", una antologia di racconti edita da BD, ma ho scoperto che è anche autore di due romanzi di fantascienza pubblicati da Fanucci negli anni Novanta con lo pseudonimo di Akira Mishima, e questi proprio mi mancano. C'è poi "Sempre sentirai le voci", un romanzo con protagonista Arthur King, un altro dei suoi personaggi a fumetti. Scrivendo "Tony Plumbeo e il giudizio universale", secondo me Bartoli si è divertito un sacco. E si divertono anche i suoi lettori, una volta capito che per farlo bisogna spogliarsi di ogni paludamento preconcettuale e lasciarsi portare in volo appesi a un ottovolante che va su e giù (giri della morte compresi) per le strade di una Roma coatta sospesa tra gli anni Settanta e i giorni nostri, in una sequela di trovate folli e esilaranti, come quella della "caccola definitiva" o della studentessa Gemma Preziosi che strappa i trenta minacciando i professori di tentato stupro in caso di voto inferiore, ma lasciandosi stuprare davvero in cambio della lode. Protagonista assoluto e il balordo Tony Plumbeo, vero mito della malavita romana negli anni di piombo, così pessimo da essere stato bocciato all'esame di ammissione nella Banda della Magliana, tanto cattivo da aver steso con una testata la levatrice che lo metteva al mondo. Ucciso in un conflitto a fuoco con poliziotti travestiti da suore in un ufficio postale, Tony (per uno gioco del destino che alla fine si rivela tutt'altro che casuale) si reincarna nel 2012 nel corpo di un professore universitario mite e inetto, Marcello Castelli, il quale si trasforma improvvisamente in un personaggio del tutto diverso, con effetti strepitosi quando gli studenti si presentano per sostenere gli esami o i vigili urbani pretendono di fargli la multa. I nonsense e le trovate grottesche sono sostenute da continue invenzioni linguistiche ma anche da un caleidoscopio di citazioni colte e argute (nel corpo di Castelli, infatti, il grezzo Plumbeo legge i libri e ascolta la musica immagazzinata nel suo cervello), e alla fine si potrebbe paragonare Bartoli sia a Andrea G. Pinketts che a Niccolò Ammaniti, quello almeno di "Branchie", pur lasciando a tutti e tre, ovviamente, la propria intoccabile originalità. Non si creda di leggere un poliziottesco o un noir: "Tony Plumbeo e il giudizio universale" (s'intende quello della Cappella Sistina) è qualcosa di felicemente delirante, di trasversale ai generi (horror, erotico, umoristico, grottesco, fantascientifico, storico, demenziale, fumettistico e chi più ne ha più ne metta), che finisce per costituire un qualcosa a parte.