giovedì 3 dicembre 2015

LA RAGAZZA DEL TRENO




LA RAGAZZA DEL TRENO
di Paula Hawkins
Piemme
2015, cartonato
310 pagine, 19.50 euro

Ogni estate c'è un romanzo che finisce in testa alle classifiche di vendita e viene letto sotto tutti gli ombrelloni. Sono da sempre fra quelli che ritengono i bestsellers degni di ammirazione indipendentemente dal contenuto, nel senso che se degli autori sono stati così bravi da intercettare il favore del pubblico, le loro opere vanno prese in considerazione e ci si deve interrogare sul perché del loro successo. Non capisco, anzi, lo snobbismo radical chic e e la puzza sotto il naso di quelli che se non si tratta di scrittori etichettati come intellettuali di moda nei salotti buoni, del giro impegnato e in odor di Nobel, allora ci si vergogna persino a nominarli. Tuttavia, talvolta quel che vende di più piace a volte anche a me, altre volte no. Com'è inevitabile. "La verità sul caso Harry Quebert" per esempio mi ha deluso, mentre la trilogia di "Millennium" la considero un capolavoro. "La ragazza del treno", che ha spopolato nei mesi estivi del 2015, non è un capolavoro, ma è un gran bel giallo. Di quelli che si leggono in una notte per vedere come vanno a finire. Di quelli da consigliare agli amici certi di far loro un piacere. Non lascerà il segno nella letteratura, ma ne faranno un film di cui si dirà che era meglio il libro. Paula Hawkins, classe 1972, nata nello Zimbabwe da genitori inglesi e poi trasferitasi in Inghilterra, è una esordiente nel campo del thriller, dopo quindici anni di giornalismo: vedremo se sarà altrettanto fortunata con i suoi prossimi romanzi. Le doti ce le ha. Ne "La ragazza del treno" c'è il ricordo di Agatha Christie ("Istantanea di un delitto") e di Hitchcock ("La finestra sul cortile") ma sarebbe sbagliato vederci soltanto la matrice gialla, quella incentrata sulla testimone involontaria di qualcosa che accade in una villetta accanto alla ferrovia, dove il treno dei pendolari si ferma tutti i giorni per un semaforo rosso. In realtà, e non è una sottotrama minore, la protagonista, Rachel, ha un caso ben più grave da risolvere, oltre a quello della scomparsa di Megan, la donna che viveva nella casa da lei involontariamente spiata durante ogni viaggio. Rachel deve vincere la battaglia con l'alcolismo, che non soltanto rende inattendibile la sua testimonianza, ma le minaccia la vita come il più letale degli assassini. Si soffre di più leggendo della sua lotta contro la bottiglia che per la sorte della donna scomparsa, il cui caso è comunque coinvolgente. Infine, è un giallo tutto al femminile nel senso che non soltanto l'autrice è donna, ma scava da donna nelle psicologie dei tre personaggi principali: Rachel, appunto, Megan e Anna, la nuova moglie dell'ex marito della protagonista. Tutte e tre vivono drammi interiori e sono mosse da motivazioni in cui ogni donna si può facilmente riconoscere.

Nessun commento:

Posta un commento