giovedì 14 gennaio 2016

LA CAPANNA NELLA PALUDE E ALTRI RACCONTI




Durante l’edizione 2015 di Lucca Comics è uscito un volume a mia firma targato Cartoon Club, intitolato “La capanna nella palude e altri racconti”. Il libro, che conta 160 pagine, che raccoglie in un unico volume il romanzo di Zagor “Le mura di Jericho” e due altri racconti (in prosa) con protagonisti lo Spirito con la Scure, tra cui uno mai pubblicato prima.  Avventure di frontiera, ma anche di mistero e di magia nel segno della contaminazione tra i generi tipica delle storie del nostro eroe. La copertina inedita è opera di Gallieno Ferri, ma all’interno ci sono numerose illustrazioni realizzate appositamente da una decina di disegnatori zagoriani. 

L’opera si può acquistare in fumetteria ma anche on line nei vari store telematici o tramite il sito http://www.fumodichina.com. Però potete anche scrivere o telefonare a Cartoon Club (Via Circonvallazione Occidentale, 58, 47900 Rimini – tel. 0541 784193). 

La prima edizione de “Le mura di Jericho” (di cui vedete la copertina qui accanto e di cui ho parlato a lungo in questo spazio quando uscì) è da tempo esaurita e dunque si imponeva una ristampa. Però, anziché limitarsi a quella, Paolo Guiducci (l’editore) mi ha chiesto di pensare a come offrire ai lettori qualcosa di nuovo, e dunque gli ho proposto di aggiungere al romanzo già pubblicato anche il racconto “La capanna nella palude” scritto per un evento dedicato a Ferri a Santa Margherita Ligure, ma con sostanziali modifiche, più un altro breve testo del tutto inedito (quello a cui si riferisce appunto l’illustrazione di copertina), intitolato “La casa”. 

Il sottotitolo recita “Tre Dime Novels di Zagor”, dato che in effetti si tratta proprio di letteratura pulp. A questo proposto, ecco il testo con cui ho presentato proprio questo ultimo racconto inedito.


Non aprite quella porta
di Moreno Burattini

Nella sua prefazione al primo racconto di questo volume, “Le mura di Jericho”, Giuseppe Pollicelli ha giustamente tirato in ballo i “dime novels”, o “romanzi da quattro soldi” che negli USA ripresero la tradizione dei  “penny dreadful” (cioè “orrore da uno spicciolo”),  pubblicati ancor prima in Inghilterra: un tipo di narrativa che, a partire dagli anni Trenta del diciannovesimo secolo, proponeva nel Regno Unito storie a puntate, con periodicità perlopiù settimanale, al costo di un penny per fascicolo. La definizione comprende una grande varietà di pubblicazioni, specializzate in romanzi avventurosi, a volte molto truculenti, sempre comunque scritti in tono sensazionalistico, puntando a sorprendere, inorridire, commuovere o comunque turbare il pubblico, composto soprattutto da acquirenti delle classi povere. Gli agili opuscoli potevano essere venduti a buon mercato anche perché venivano stampati su carta molto scadente, ricavata dalla cosiddetta “polpa” di cellulosa, la stessa da cui deriva il termine “pulp”, che indica la produzione artistica più popolare.

Illustrazione di Jevito Nuccio per
"Le mura di Jericho"
Venendo ad anni più recenti, con la definizione di “pulp magazine” si sono identificate alcune riviste di genere americane come “Weird Tales”, pubblicata a Chicago a partire dal 1923 e destinata a contenere racconti horror e fantastici: vi scrissero sopra autori come Robert Ervin Howard, Howard Phillips Lovecraft e Clark Ashton Smith. Già in precedenza, nel 1920, era nata però “Black Mask”, una rivista prevalentemente poliziesca ma che in realtà presentava, come recitava una pubblicità dell’epoca, "le migliori storie di avventura, i migliori mystery, le migliori storie romantiche e dell’occulto”. Data 1926 è invece “Amazing Stories”, con racconti di genere fantascientifico. Queste e (molte) altre testate del genere diedero il via anche a una vastissima produzione di fumetti “weird” (cioè, “bizzarri”) pubblicati su riviste come “Teles fron the crypt” (1950) o  “Creepy” (1964), per citare soltanto due fra le più illustri. Insomma, stiamo parlando di una incredibilmente vasta produzione di racconti brevi, fulminanti, per lo più horror e con un finale a sorpresa: un genere che può vantare perfino Edgar Allan Poe tra i suoi precursori. Nel filone rientrano anche serie di telefilm come “Twilight Zone” (“Ai confini della realtà”) o “Alfred Hitchcock presenta”. Come chissà quanti altri aspiranti scrittori ho sempre sognato di poter, un giorno, dare alle stampe una antologia di storielle di quattro o cinque pagine di questo tipo. I cassetti degli ex-ragazzi di mezzo mondo (almeno quelli cresciuti a pane ed EC Comics, o leggendo i “Racconti del Terrore” di Stan Lee pubblicati sugli Eureka Pocket) traboccano di raccontini del genere, a giudicare da quelli che vengono proposti sulle riviste o le antologie riservate agli esordienti. Per fortuna mia e dei miei lettori, i cento e passa short tales che ho accumulato nel tempo sono sempre rimasti sotto chiave. Però, trovandomi a dover (e voler) corredare il libro che avete tra le mani con un testo inedito più breve degli altri, ho pensato di rendere omaggio a questa tradizione che, indubbiamente, ha arricchito e divertito la mia vita. Del resto, Zagor si presta alle contaminazioni di ogni genere: ben venga anche questa.

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