sabato 19 marzo 2016

IL RE DI DARKWOOD




IL RE DI DARKWOOD
di Guido Nolitta e Galleno Ferri
Sergio Bonelli Editore
2016, cartonato a colori
180 pagine, 24 euro

Si può essere eroi senza avere un segreto nel passato? Probabilmente no, almeno stando a quelli di carta, le cui origini sono da sempre parte integrante del loro mito. Basterà pensare a come è nato l'Uomo Ragno o quali tragici eventi hanno dato vita a Batman. Del resto, sono le esperienze e i drammi vissuti a forgiare gli individui, e noi siamo quello che siamo stati. Zagor non fa eccezione. Guido Nolitta decise di raccontarcene il passato in un paio di albi della Collana Zenith usciti nel gennaio e nel febbraio del 1970, ristampando strisce di poco precedenti. Lo Spirito con la Scure è diventato tale per un'ansia di redenzione dopo una vendetta sanguinosa a che era servita a cancellare il dolore che l'aveva causata ma, anzi, ne aveva provocato molto di più. Eppure, tutto comincia con il ricordo e il rimpianto di anni sereni, di una felicità destinata a frantumassi nel modo più brusco e crudele.
“Mi toccò la più meravigliosa infanzia che un bimbo possa desiderare”, racconta Zagor all’amico Cico, accingendosi a rivelargli il segreti del suo passato. “La vita della foresta mi offriva continue occasioni di affascinanti scoperte – prosegue lo Spirito con la Scure – e crebbi come un piccolo selvaggio vivendo nel bosco a contatto con gli animali”. In realtà, il futuro Re di Darkwood non viene su soltanto affidandosi alla scuola della natura, ma anche grazie alle cure di sua madre Betty. La quale, con amore, gli fa da maestra nella loro casa sul Clear Water, insegnandogli “quelle cognizioni che ella stessa aveva appreso anni prima nelle scuole europee”. La giovane donna, dunque, non è nata in America ma vi è giunta dal Vecchio Continente, sbarcando al seguito dei tanti immigrati che giungevano in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo. Scopriremo i retroscena di questo sbarco nel volume gigante "La storia di Betty Wilding". Guido Nolitta non dice mai, nel corso di questa avventura, quale sia il vero nome di Zagor: soltanto il cognome, Wilding (quello del padre) ci è noto. In uno “Speciale” del 1995, finalmente scopriremo che il nostro eroe si chiama Patrick. Nel momento in cui Mike Wilding, il papà di Zagor, entra in scena, ha l’aspetto di un trapper e, da quel che si può vedere nelle poche pagine in cui Nolitta e Ferri ce lo mostrano, vive cacciando e commerciando pellicce, che ottiene anche dagli indiani in cambio di coperte e utensili. Il figlio, che stravede per lui (ed è contraccambiato), non sospetta che in realtà l’uomo nasconda nel suo passato un tragico segreto, risalente agli anni in cui era stato un ufficiale dell’esercito americano. Proprio la scoperta del perché suo padre avesse dovuto abbandonare i gradi e la divisa segnerà indelebilmente la vita del giovane Patrick, e lo porteranno a scegliersi il ruolo e la missione di “Spirito con la Scure”. E’ dunque una figura controversa, quella dell’ex-militare, in grado di creare angoscia, turbamento e sensi di colpa nell’unico erede, il quale, a un certo punto della saga, in un altro albo memorabile (il n° 400, uscito nel 1998), cercherà un chiarimento con il genitore, andando addirittura a cercarlo nel regno dei morti, al di là del “Ponte dell’Arcobaleno”. Il vero nome di “Wandering” Fitzy, il vagabondo che salva Zagor dalle acque dopo che il padre e la madre del piccolo Patrick sono stati massacrati dagli indiani, è Nathaniel Fitzgeraldson. L’uomo è originario di Boston dove, in passato, era stato un grosso commerciante: “ma poi ne ebbi abbastanza della città, dell’amministrazione, dei ricevimenti e di tutto il resto e feci fagotto. Partii allora per queste regioni selvagge e cominciai una nuova, splendida vita”, racconta egli stesso al giovane Wilding, di cui diventa una sorta di padre adottivo. Anche nel suo passato c’è però un terribile segreto, che verrà svelato nello “Speciale” del 1995. Poeta errabondo, filosofo contemplativo, pacifista convinto, cacciatore senza fucile (usa soltanto il tomahawk), “Wandering” dà di sé una definizione di due parole: “sono un uomo libero, libero da tutte le convenzioni, le ipocrisie che rendono schiavi gli uomini che amano definirsi civili”. Il futuro Spirito con la Scure non avrebbe potuto sperare in un mentore migliore. Un altro imprescindibile personaggio di questa storia è Salomon Kinsky. “E’ uno strano tipo, a metà tra il contadino e il predicatore, che vive con una piccola tribù di Abenaki: pare che abbia convertito alla nostra religione un mucchio di quei pagani. Gli indiani gli devono molto: è grazie a lui che hanno imparato a coltivare la terra”. Il proprietario di un emporio nei presso del lago Ontario descrive con queste parole Kinsky, l’uomo che guidò l’attacco dei pellerossa alla capanna sul Clear Water. “Un predicatore che si trasforma in uno spietato assassino e un gruppo di pacifici contadini pronti a diventare dei sanguinari selvaggi”, commenta Zagor. In realtà, per quanto Kinsky abbia le caratteristiche del fanatico, le sue azioni hanno una spiegazione. Forse, Patrick avrebbe fatto meglio ad ascoltare i consigli di Fitzy e non cercare di consumare a tutti i costi la sua vendetta, scoprendo il segreto di Salomon e, nello stesso tempo, quello di suo padre. Però, in questo caso, non sarebbe nato lo Spirito con la Scure. A farlo nascere concorrono non poco i Sullivan. 
“Ma allora voi siete degli acrobati!” esclama Patrick Wilding, non ancora diventato lo Spirito con la Scure, allorché incontra per la prima volta la famiglia Sullivan. “Non soltanto”, risponde il capofamiglia, “siamo anche attori, giocolieri, prestigiatori e illusionisti!”. La famiglia di teatranti e di saltimbanchi è composta da tre persone: il padre Tobia, e i fratelli Orazio e Romeo. Sono proprio loro a cucire il costume di Zagor, a suggerirgli il nome d’arte e l’uso di un grido di guerra. A loro si devono anche la regia e gli “effetti speciali” della prima entrata in scena del futuro Re di Darkwood, di fronte all’assemblea dei capi indiani. 
Il volume della Sergio Bonelli Editore, che ristampa un classico decisamente imperdibile del fumetto italiano,con il corredo di una bella introduzione di Graziano Frediani, recupera alcune strisce di raccordo realizzate da Gallieno Ferri per l'edizione cartonata Cepim degli anni Settanta, ormai introvabile.

1 commento:

  1. Di Zagor ne preferisco altre, però ovviamente la storia è piuttosto particolare, soprattutto per il risvolto drammatico e il messaggio che lancia. Lo sfogo di Zagor all' inizio colpisce! Non l' avevamo mai visto così! O.K. rimbrottare Cico, ma non fino a questo punto! Scena analoga ci sarà in "I ribelli della Luisiana".
    Tutti i personaggi sono ben caratterizzati! Su tutti però penso spicchi il mitico WF, con la sua carica di umanità, saggezza e simpatia! Vedere poi Zagor bambino con lui è divertente! XD
    La seconda parte è più "leggera" e spettacolare come detto nell' articolo e l' epilogo rincuora.

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