giovedì 24 marzo 2016

LA BALERA DA DUE SOLDI



LA BALERA DA DUE SOLDI

di Georges Simenon
Adelphi - Le inchieste di Maigret
1995, 146 pagine 

10 euro 

Il titolo originale francese "La guinguette à deux sous" (1931) è stato tradotto in Italia anche come "Maigret e l'osteria dei due soldi" e "La balera da due soldi". Si tratta dell'undicesimo romanzo dedicato commissario parigino dalle spalle larghe e dalla pipa in bocca perennemente accesa. Per quanto le inchieste di Maigret siano sempre straordinariamente coinvolgenti e ipnotiche da seguire, questa non si può considerare fra le migliori. Tuttavia non manca di motivi di interesse, a cominciare dal folgorante inizio:
un condannato alla ghigliottina, Jean Lenoir, rivela a Maigret di essere stato testimone di un delitto e di avert ricattato l'assassino insieme a un complice, Victor Gaillard. Quasi per il capriccio di lasciare questo mondo lasciando un enigma da risolvere, il criminale sale sul patibolo senza dire molto di più, e Maigret è costretto a cominciare una verifica su quanto appreso potendo contare su pochissimi elementi, il più concreto dei quali è il nome di un locale, "La balera da due soldi", nel quale quell'uomo, il ricattato, era stato rivisto dopo essere sparito per vari anni, sottraendosi alla morsa di Lenoir e Gaillard. Il commissario individua la "guinguette" in un'osteria sulle rive della Senna, vicino a Morsang, e comincia a frequentarla nel fine settimana, quando sono numerosi i parigini che vi si recano in gita sul fiume.Fra questi, un inglese di nome James, che alza volentieri il gomito e ha una visione disincantata della vita. Quasi sotto gli occhi di Maigret, però, si verifica a Morsang un fatto di sangue: uno dei gitanti, il camiciaio Feinstein viene ucciso, accidentalmente, dall'uomo d'affari Marcel Basso, nel corso di un litigio. Si scopre che Basso era l'amante della bella moglie di Feinstein, Mado, la quale in precedenza, essendo questo il suo costume, aveva avuto una storia anche con James e chissà con quanti altri (tutti sposati) della numerosa compagnia di villeggianti fluviali. Feinstein approfittava di queste relazioni della moglie per chiedere prestiti agli amanti della consorte, fingendo di nulla sapere e facendo intendere che avrebbe tollerato il tradimento (evitando di scombinare i matrimoni altrui) in cambio di qualche aiuto per la sua attività commerciale in difficoltà. Feinstein aveva accumulato un forte debito anche con un tale Ulrich, rigattiere e usuraio, che aveva prestato soldi a diversi personaggi del gruppo prima di scomparire nel nulla: è proprio lui la vittima dell'omicidio di cui Lenoir era stato testimone. L'indagine di Maigret porta alla luce un torbido intreccio di passioni e di interessi, con al centro la bella Mado in grado di far perdere la testa a chiunque, ma incapace di farsi sposare da qualcun altro perché nessun amante, a cui regala comunque momenti di fuga dalla routine coniugale, lascia la legittima consorte per lei. L'assassino si rivela il meno sospettabile (ma non un insospettabile) e il suo caso umano fa comunque compassione e si tende a parteggiare per lui. Notevole, come sempre, l'acume psicologico sia di Maigret (la cui tecnica di indagine si basa sulla comprensione delle dinamiche interiori di chi ha davanti) sia dell'immenso Simenon, uno scrittore a cui si dovrebbe erigere un monumento in una piazza di ogni città.

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