lunedì 16 maggio 2016

PINOCCHIO






PINOCCHIO
di Sandro Dossi e Alberico Motta
Cliquot
2016, 192 pagine

16 euro

Un benefico tuffo nella nostalgia. Nostalgia, beninteso, in senso positivo: recupero dei ricordi, ma anche rinnovarsi del sorriso. In più, mi sono accorto di come il Pinocchio dell'editore Renato Bianconi (figura storica del fumetto italiano, su cui si sentono raccontare gli aneddoti più incredibili e divertenti) sia perfettamente fruibile anche ai giorni nostri, proprio come il modello collodiano. A Collodi, del resto, Bianconi ha soltanto chiesto in prestito il personaggio, l'ambientazione e i personaggi comprimari: per il resto, il burattino disegnato da Sandro Dossi (e da altri, quali Tiberio Colantuoni) vive avventure a sé stanti. Non è dunque una trasposizione a fumetti del romanzo ma ne utilizza i protagonisti e l'universo narrativo per dar vita a storie del tutto nuove: naturalmente semplici e ilari come da tradizione bianconiana. La Casa editrice Cliquot, benemerita nel recupero di fumetti del passato, ha addirittura dato vira a una campagna di crowdfunding per riportare quel Pinocchio in libreria, in un elegante volume dedicato alle storie firmate dallo sceneggiatore Alberico Motta e dal disegnatore Sandro Dossi, un autore a cui si dovrebbe erigere un monumento. A queste, si aggiunge un ricco, esaustivo e interessante apparato critico firmato da Luca Boschi, Andrea Leggeri e Giuseppe Pollicelli. I saggi introduttivi ricostruiscono l'epoca dei fumetti Bianconi: Braccio di Ferro, Geppo, Nonna Abelarda, Soldino, Trottolino e tanti, tanti altri, realizzati in economia e in velocità, riciclati all'infinito, ma destinati a divertire per cinquant'anni i lettori più giovani ma anche i meno giovani. Una vera e propria "scuola" che ha brillato per garbo e qualità nonostante i ritmi di lavorazione. Luca Boschi ci consegna invece una disamina delle versioni a fumetti realizzato nel corso degli anni con protagonista il burattino di Collodi. Il Pinocchio bianconiano comparve in edicola tra il 1974 e il 1980, sull'onda del successo dello sceneggiato televisivo firmato da Luigi Comencini, dopo che si erano liberato i diritti del personaggio. E fa tanto, tanto piacere ritrovarlo adesso in una selezione delle sue avventure migliori.

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