martedì 19 luglio 2016

IL DIAVOLO SULLA SIERRA



IL DIAVOLO SULLA SIERRA
di Angelo Solmi
Rizzoli
1978, brossura
200 pagine

"Il diavolo sulla sierra" è un angosciante saggio storico sul tristemente famoso “Donner Party”, ovvero una spedizione di carri di emgranti che, nel 1846, prese il nome da George Donner, un pioniere nativo della Carolina del Nord ma da tempo trasferitosi in Illinois, da dove pensò di condurre la sua famiglia in cerca di fortuna fino in California. In realtà, costui non volle mai essere considerato né un capo né una guida, e pur essendo (secondo tutte le testimonianze) un brav’uomo, non aveva la stoffa del condottiero, rivelando anzi in più occasioni il suo carattere irresoluto. Tuttavia, il destino volle legare al lui la denominazione di una delle più raccapriccianti tragedie della storia della colonizzazione dell’Ovest americano. 
Negli anni in cui la carovana Donner partì da Springfield, diretta verso le terre affacciate sul Pacifico (un viaggio di oltre tremila chilometri di piste impervie, o addirittura assenti), nelle sovraffollate città dell’Est degli Stati Uniti, sempre più oppresse dall’arrivo di immigrati europei, si era diffusa la convinzione che la California fosse una sorta di Eden in cui il clima salubre, l’abbondanza di terre da coltivare e la ricchezza diffusa avrebbero consentito a tutti una vita lunga e felice. Circolavano anche libri, come “The Emigrant’s Guide” di Lansford W. Hastings, che spiegavano come ci si dovesse organizzare per il viaggio e come, tutto sommato, il tragitto fosse alla portata di chiunque. Fu così che, come molti altri, anche i circa novanta pionieri aggregati attorno a George Donner si misero in cammino con tutti i loro averi, caricati su pesanti cari. Purtroppo, imprevisti e incidenti di ogni sorta rallentarono la spedizione, e a segnarne il tragico destino ci fu anche la defezione della guida che era stata ingaggiata perché mostrasse loro il valico per attraversare le Montagne Rocciose. Fu così che, avendo incautamente deciso di percorrere, senza le necessarie indicazioni, una scorciatoia che avrebbe consentito un più rapido arrivo sul versante occidentale, il gruppo, dopo sofferenze inenarrabili, si trovò bloccato dalla neve invernale nei pressi del Lago Truckee (oggi Donner Lake), sulla Sierra Nevada, a poche decine di miglia dalla salvezza ma assolutamente impossibilitato a proseguire. Soltanto nella primavera successiva, quella del 1847, una spedizione di soccorso riuscì a portare del cibo agli uomini rimasti intrappolati tra i ghiacci. Fu scoperto così che quarantotto superstiti avevano potuto rimanere vivi soltanto divorando i morti. Fra le vittime c’era anche George Donner, il cui cadavere era stato profanato dall’asportazione di alcune parti. Lo scenario che si offrì agli occhi dei soccorritori fu sconvolgente. Nelle capanne costruite alla bell’e meglio in riva al lago furono trovati corpi sventrati, teschi spezzati, corpi umani mutilati con gambe e braccia sparpagliate alla rinfusa o messe a cuocere in dei pentoloni. Le testimonianze dei sopravvissuti, molti rirovati in stato di shock e con evidenti segni di alienazione, rivelarono che si era trattato di scegliere fra morire di fame o vivere mangiando, sia pure con sommo disgusto, la carne umana. Nessuno perseguitò i cannibali riportati alla civiltà. Solmi ricostruisce la vicenda con dovizia di particolari sulle vicende personali di tutti i protagonisti e con partecipazione emotiva. Un libro da recuperare sulle bancarelle dell'usato.

1 commento:

  1. Inquietante e interessante allo stesso modo! Forse perché un avvenimento più recente, ma mi pare che si stato un po soppiantato dalla tragedia simile dei passeggeri aerei.
    Come ben sai Pezzin ne prese spunto per "La pista del west" di Zagor mentre Mignacco s' ispirò immagino all' altra per "I sopravvissuti" di MN!
    Chissà perché a scuola non viene tanto consigliato un libro come questo. Boh! Speriamo ci sia in biblioteca!

    "Nessuno perseguitò i cannibali riportati alla civiltà."

    Ah, però!

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