martedì 27 settembre 2016

DARIO E DIO



DARIO E DIO
di Dario Fo e Giuseppina Manin
Guanda
2016, brussurato
180 pagine, 15 euro

"Esiste?" "No che non esiste". "Sicuro?" "Non c'è, non esiste, non ci credo. Però..." "Però cosa?" "Che invenzione! Come diceva Voltaire, Dio è la più grande invenzione della storia". Questo è l'inizio del libro-intervista di Giuseppina Manin in cui l'autrice colloquia con Dario Fo a proposito di Dio, della Bibbia, della Chiesa, delle religioni e della spiritualità in genere. Dario Fo non è, in questo caso, né blasfemo né dissacrante. Anzi, ammette persino di sentire attorno a sé la presenza di Franca Rame e di sua madre, che lo aiuterebbero a prendere le decisioni giuste. Tuttavia, conduce con acutezza una analisi critica e scettica su quanto ci propone il catechismo, tessendo però le lodi di Papa Francesco e di Don Gallo. Le parti più uggiose sono quelle in cui Fo va fuori tema tirando fuori, per esempio, gli anni delle sue proteste con le basi americane in Italia. Invece, quando tratta di vangeli apocrifi e di antiche tradizioni e leggende, anche di altri popoli e culture, il testo è assolutamente interessante e godibile. Va detto che le ironie sulle contraddizioni e le assurdità della Bibbia sono fin troppo facili: è chiaro che di fronte a Dio che chiede a Abramo di sacrificare Isacco non si può credere che le cose siano andate davvero così e c'è da immaginare che quello sia il modo con cui gli ebrei decisero che non si dovevano fare immolazioni umane alle divinità al contrario di quanto facevano popoli vicini. Però la Bibbia presa alla lettera è davvero assurda (come l'idea che un Dio si possa stancare dopo sei giorni di creazione e debba riposarsi il settimo). La conversazione con Dario Fo è stimolante e gradevole, si legge con piacere.

martedì 20 settembre 2016

DIAVOLO D'UN SANTO!



DIAVOLO D'UN SANTO! 
Il fantastico mondo di Padre P.
di Bruno Magno
Memori
2011, brossurato, 
130 pagine, 10 euro

Benché non se ne citi mai il nome per esteso (non si sa mai), è chiaro che il Padre P. a cui allude il sottotitolo è un cappuccino con le stigmate recentemente salito agli onori degli altari per volere di un certo Papa che, dando un giudizio diametralmente opposto a  quello di un suo predecessore, ha ritenuto santo quello che altri giudicavano un ciarlatano. Ora, siccome sono stati fatti santi sia Padre P. che il Papa predecessore in questione, chissà in Paradiso come avranno risolto la questione. In ogni caso, Bruno Magno se la cava in modo egregio perché non mette in dubbio nessun evento prodigioso riguardante il cappuccino: anzi, ne propugna l'assoluta verità. Con l'aria del più pio dei devoti, racconta fatti incredibili (tutti ritenuti veri dagli agiografi del santo) ottenendo effetti esilaranti. Margherita Hack (autrice della prefazione) dice di aver fatto delle belle risate, e Sergio Staino, autore di alcune vignette che illustrano il testo, non è da meno. Di sicuro è divertente il miracolo di Padre P. che compare in visione al generale Cadorna, responsabile di una disfatta militare costata la vita a migliaia di soldati, e ne evita il suicidio: i soldati superstiti che ci speravano (nel suicidio) si profondono in ringraziamenti biascicati tra i denti. Per non parlare delle tentazioni notturne operate dal demonio in grado di assumere le forme più varie entrando nella cella del futuro santo, tra cui quelle femminili. "Bis in hebdomanda copulabat cum muliebre", "fornicava con una donna due volte alla settimana", scrissero gli inviati delle alte gerarchie della Chiesa. Giustamente Bruno Magno nota: "Solo lo zampino del diavolo può spiegare il successo arriso a una tale immonda campagna contro un uomo che in tutta la vita ha coltivato la virtù della purezza". C'è poi il miracolo del frate volante visto da un pilota di un bombardiere intenzionato a scaricare i suoi ordigni sulla zona del convento: Padre P. lo distoglie dal farlo, e le bombe colpiscono e fanno vittime altrove, ma non dove vive il santo. Insomma, una agiografia scritta dalla parte di Padre P. raccontando fatti così veri da non crederci.

domenica 11 settembre 2016

COMPLOTTI, BUFALE E LEGGENDE METROPOLITANE



COMPLOTTI, BUFALE E LEGGENDE METROPOLITANE
UN'INDAGINE SCIENTIFICA
a cura di Massimo Polidoro
Focus
2013, brossurato
210 pagine

Nella sua prefazione, Piero Angela racconta un divertente aneddoto. Durante la presentazione del suo libro "Viaggio nel mondo del paranormale" (1977), un signore lo accostò e gli disse; "Io so perché lei parla solo in modo negativo della parapsicologia: perché durante la sua inchiesta lei ha scoperto che queste cose sono vere e i Centri di Potere (che si servono segretamente di queste energie) l'hanno ora obbligato a dire che non c'è niente di vero, per impedire che la gente venga a sapere la Verità". E nella sua postfazione, Umberto Eco scrive: "La sindrome del complotto è antica quanto il mondo. Quanto la credenza, cioè, in divinità i cui capricci o voleri reggono ogni cosa. Le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano e spesso non ci soddisfano perché ci fa male accettarle. Dietro a ogni falso complotto, si cela sempre il complotto di qualcuno che ha interesse a presentarcelo come vero". Se è vero, come si dice, che dietro praticamente a tutto c’è la mano di un invisibile manovratore intento a tessere trame, a manipolare le informazioni e a controllare il corso degli eventi, allora il Cospiratore per eccellenza è Dio, il “grande vecchio” per antonomasia, artefice di quel colossale complotto cosmico che è la Creazione. Oppure è il Diavolo, l’Ingannatore supremo, il cui inganno più grande è quello di far dubitare della sua stessa esistenza. Anche senza voler portare alle estreme conseguenze la convinzione comune che qualcuno stia tramando contro di noi, i paradossi con cui abbiamo esordito dimostrano quanto sia facile sublimare in qualcosa di universale e di trascendente la figura del complottista, di cui da sempre l’uomo sente l’alito sul collo. Per qualcuno, dietro a tutto ci sono gli alieni (sarebbero stati loro a portare la vita sulla Terra per compiere un esperimento scientifico), per altri i servizi segreti americani (i quali si sarebbero addirittura buttati giù da soli le Torri Gemelle), per altri ancora gli Uomini in Nero che cercano di non far divulgare le notizie su Atlantide. Poi ovviamente ci sono i persuasori occulti televisivi, le logge massoniche, i priorati di Sion e l’Opus Dei, mentre è scontato che la morte di John Fitzgerald Kennedy e papa Luciani nascondano segreti irrivelabili (rivelati però da libri e film di grande successo). Per chi crede alle Teorie del Complotto, la Storia non è mai andata così come la raccontano i libri di scuola, e i fatti di cronaca non sono quelli che ci fanno credere i telegiornali. C’è sempre qualcuno, dietro, che manipola la realtà. Manzoni ci insegna che per spiegare le epidemie di peste, nel Seicento si dava la caccia agli “untori” (artefici di una cospirazione di cui comunque sfugge il senso). Nel 1964 lo storico Richard Hofstadter, scrisse un saggio intitolato "The Paranoid Style in American Politics", in cui sosteneva che la convinzione dell'esistenza di complotti ha caratterizzato la storia degli Stati Uniti fin dalla rivoluzione americana. 

Uno dei libri più interessanti sulla Teoria del Complotto è però opera proprio di Umberto Eco. Si tratta de “Il pendolo di Foucault”, romanzo del 1988 che racconta il progressivo scivolare verso la follia di tre membri del piccolo staff di una casa editrice che, volendo varare una collana di libri sull’occulto, finiscono per trovare le prove, apparentemente inconfutabili, di una cospirazione, da loro definita “il Piano” (con la maiuscola), che attraverserebbe tutta la storia dell’umanità. Le tracce del grande complotto vengono dapprima scovate in un misterioso documento che parla dei Templari, ma poi, vorticosamente, tutto finisce per venire compreso in un gioco di strabilianti rimandi alla cabala, ai Rosacroce, ai culti dell’Antico Egitto, che servono per spiegare anche la cronaca più recente. Le prospettive interpretative aperte dal “Piano” sono così vertiginose da far impazzire coloro che ci credono. Scrive Eco: “L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli”. L’uomo è fatalmente attratto dalla paraidolia, cioè la tendenza a vedere qualcosa che abbia un senso anche in quello che non ne ha: per esempio, il riconoscere delle figure nel caos delle nubi. Così, finiamo per spiegare il male con un Cattivo (o un Antico Nemico) che cospira contro di noi. Arrivati in fondo, si scopre che tutto è sorprendentemente molto più semplice: non c’è nessuna grande cospirazione, per la delusione di chi è convinto che l’impresa dell’Apollo 11 sia stata inventata della NASA e che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna. 

Massimo Polidoro, brillante scrittore ed esponente del CICAP (un comitato che ha come scopo quello di "smontare" le bufale pseudoscientifiche), raccoglie in questo libro una trentina di articoli scritti da esperti di varie discipline che smentiscono le più comuni ipotesi di complotto, dal caso Kennedy al segreto di Rennes-le-Chateau, passando per le scie chimiche e le Torri Gemelle. In appendice, il kit per difendersi da soli dalle bufale, chiedendosi sempre qual è la fonte delle affermazioni, come sono state controllate, se ci sono secondi fini, e via dicendo. Liberi tutti di credere alla profezia di San Malachia piuttosto che all'origine aliena dei cerchi nel grano: tuttavia, volendo sentire qualche campana di segno opposto, questo libro è agile e stimolante. 

Nel caso foste interessati, anche io sul mio blog "Freddo cane in questa palude" mi sono cimentato in disquisizioni sull'argomento. Di seguito alcuni link.

sabato 10 settembre 2016

UGO FOSCOLO INDAGATORE DELL’INCUBO




UGO FOSCOLO INDAGATORE DELL’INCUBO
di Davide La Rosa
Saldapress
2015, brossurato
160 pagine, 10,90 euro

Davide La Rosa (Como, 1980) nasce come autore nel 2005 grazie a delle strisce pubblicate sul suo blog, poi si autoproduce e quindi arriva ai libri. Si devono a lui, e ne pagherà il fio prima o poi, gli Zombie gay in Vaticano e le Suore Ninja che hanno spopolato a Lucca, in giro per fiere, in fumetteria e in generale tra i lettori di nuova generazione. Quanto a questo "Ugo Foscolo Indagatore dell'Incubo", folle e delirante, la prima impressione è che sia disegnato con i piedi (vien da dire: saprei fare di meglio persino io). Ma si tratta, appunto, soltanto di una impressione. In realtà La Rosa è il fondatore, con Emiliano Mattioli, della rivista "Fumetti Disegnati Male" (2004) che propugna l'ideologia del "disegnomalismo", nella cui messa in pratica indubbiamente eccelle. Però, dopo il primo sconcerto, ci si accorge che gli scarabocchi di Davide fanno sorridere. Poi, che fanno ridere. Quindi, che l'autore non è scemo, e poi che c’è perfino un po’ di cultura. Infine ci si deve arrendere di fronte alla sua intelligenza. Gli scarabocchi sono funzionali al suo umorismo dissacrante e tutt'altro che demenziale in quanto demenziale all'ennesima potenza. Parodia, satira, citazionismo, multimedialità e metafumetto sono soltanto alcuni degli elementi di un racconto che cambia sotto i nostri occhi divertiti da tanta assurdità che però così assurda alla fie non è. La cosa più divertente, però, alla fine, è quel che è capitato a me (lettore fra tanti): ho trovato la mia copia in una libreria Feltrinelli nello scaffale della critica letteraria. Il titolo, in effetti, è fuorviante.

venerdì 9 settembre 2016

ANIMA



ANIMA
di Paolo Eleuteri Serpieri
Lo Scarabeo
2016, cartonato, 80 pagine

Una procace ragazza bionda che vive in un mondo diverso dal nostro, si sveglia nella sua capanna e salita a cavalcioni di un grottesco mostro volante esplora la foresta sottostante la sua rupe. Atterrando per rinfrescarsi, va incontro a un susseguirsi di avventure fantastiche (erotiche, drammatiche, divertenti, orrorifiche, oniriche). Il tutto, raccontato dall'autore senza neppure un balloon. Il Serpieri "verboso" dei precedenti volumi di Druuna qui sceglie di narrare senza ricorrere alle parole e si fa comunque capire benissimo, incantando come sempre i suoi lettori. Già, ma che c'entra, appunto, Druuna? In copertina compare infatti la dicitura "Druuna Zero". Quindi dovremmo essere di fronte a una sorta di prequel. In effetti è proprio così, ma per scoprire come stanno realmente le cose dobbiamo aspettare il sorprendente finale. L'autore e l'editore hanno chiesto al sottoscritto una prefazione, che è stata tradotta in apertura di volume in tedesco, inglese e spagnolo. Nella mia introduzione, intitolata "Storie a forma d'elefante", collego quest'opera di Paolo Eleuteri Servirei con la “rivoluzione umanoide” propugnata a partire dal 1975 sulle pagine della rivista “Métal Hurlant”. Les Humanoides Associés, ovvero Gli Umanoidi Associati, erano un gruppo di autori francesi nato nel 1974 e costituito da Jean Giraud (alias Moebius), Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Farkas, divenuti editori di se stessi. Dichiarò Moebius: «Non c’è alcuna ragione perchè una storia sia come una casa con una porta per entrare, delle finestre per guardare gli alberi e un camino per il fumo. Si può benissimo immaginare una storia a forma di elefante, di campo di grano, o di fiammella accesa». Insieme a Moebius, Druillet e gli altri inventano un nuovo modo di fare fumetto, i cui capisaldi vengono elencati in un celebre manifesto, dove l'estro grafico prevale sulle istanze della sceneggiatura e cominciano a sperimentare nuovi modi per fare fumetto, basati sulla dissoluzione dell’intreccio, della verosimiglianza e della struttura logica. Si dissolvono anche i confini tra i generi. E’ a questo tipo di poetica che Paolo Eleuteri Serpieri si richiama realizzando “Anima”, ovviamente rielaborando le esperienze altrui attraverso il proprio, originale e personale estro artistico e creativo. Il tutto senza bisogno di parole, contando sulla forza (talvolta, sulla potenza) delle sole illustrazioni. I disegni di Serpieri, per quanto ricchissimi al punto da dare l’illusione che niente sia lasciato all’immaginazione del lettore, in realtà sono massimamemte evocativi: catturano a tal punto da trascinarci nelle pagine e farci sentire suoni, odori, sapori, sensazioni tattili. Per di più, alla fine non mancherà la sorpresa di vedere chiudere un cerchio di cui non sospettavamo neppure l’esistenza (un vero gioco di prestigio), perché se si è in grado di creare un universo, si può anche, con lo stesso potere, chiudere quell’universo dentro un altro.