domenica 20 novembre 2016

LA SOVRANA LETTRICE




LA SOVRANA LETTRICE
di Alan Bennett
Sellerio
2007, brossurato
95 pagine, 13.50 euro

E' difficile giudicare questo agile romanzo sull'amore verso i libri e su come la lettura possa cambiare la vita. Difficile perché se i libri davvero si amano e si è fatta esperienza di quanto possano arricchirci l'esistenza (e farci vedere le cose secondo scale di valori diverse da prima) si è portati a volerne dire bene: come non essere d'accordo con Bennett e condividere il suo intento? Però, poi, a conti fatti, ci si rende conto (almeno, io mi sono reso conto) di quanto sia ininfluente che la lettrice protagonista del racconto sia Elisabetta II regina del Regno Unito, piuttosto che un personaggio di fantasia, e di come, anzi, questa scelta sia dannosa in quanto disturbante e implausibile. Perché mai l'Inquilina du Buckingham Palace dovrebbe scoprire la lettura per caso solo in tarda età? Nel romanzo succede grazie a un pulmino che porta in giro una piccola biblioteca ambulante, in cui Elizebeth si imbatte per combinazione dopo essere uscita dal palazzo con i suoi cani. E possibile che in pochi mesi la sovrana riesca a leggere di tutto con una consapevolezza e una lucidità di giudizio da critico letterario professionista? E possibile che un suo assistente di nome Norman abbia letto e legga ancora di più, risultando in grado di dare consigli e scambiare pareri come il più informato dei competenti? Insomma, la faccenda disturba più di quanto affascini. Bisogna fare un bello sforzo per superare l'incredulità e accettare che la regina cominci a mettere in difficoltà (per il suo troppo leggere e il voler sempre parlare di libri) il suo entourage, la security, i diplomatici, e i ministri. I servizi segreti arrivano perfino ad allontanare Norman, e alla fine la sovrana sembra pronta al grande passo: diventare scrittrice a sua volta. Interessante il passaggio in cui la regina invita a cena intellettuali e scrittori, scoprendoli più piccoli dei loro libri. Tuttavia, quando si citano libri e autori che i lettori magari non conoscono, si dovrebbe cercare di far capire meglio a tutti di chi e che cosa su sta parlando, senza far sentire in colpa nessuno per la propria ignoranza in proposito ma anzi stimolando il desiderio di saperne di più. In generale ho trovato il libro interessante per lo spunto, ma a tratti uggioso. Un'occasione mancata, e dispiace.

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