venerdì 3 marzo 2017

IL SENSO DI UNA FINE



IL SENSO DI UNA FINE
di Julian Barnes
Einaudi
2012, cartonato
160 pagine, 17.50 euro

Chi l'ha detto che un romanzo di introspezione psicologica, di recupero della memoria, di ricordo della propria formazione, sul fluire del tempo e sulla vita che passa, ma anche sulla filosofia e sull'amicizia, debba essere noioso? Non lo è affatto "Il senso di una fine", dell'inglese Julian Barnes (classe 1946) che anzi tiene fino in fondo con la curiosità di scoprire che cosa sia realmente accaduto trent'anni prima dal momento in cui il protagonista, Anthony Webster, comincia a raccontare la propria storia. Un uomo nella media, per non dire mediocre, sia ai tempi della scuola, che nella sua maturità. Nessuna particolare qualità che risplenda in lui, nonostante i buoni studi e la professione che gli ha consentito una vita borghese e dignitosa: meno brillante, tuttavia, di quella sognata all'inizio degli anni Sessanta, insieme ai suoi compagni di studi, con cui andava compiendo la sua maturazione. Amici che si indagavano sul senso della vita, perfino poetiche e impelagandosi in discussioni filosofiche in cui spiccavano le riflessioni di uno di loro, Adrian Finn, il più intelligente e controcorrente del gruppo. Con Adrian, però, Tony rompe i rapporti quando una sua fidanzata, Veronica Ford, ragazza di buone letture e di gusti sofisticati, al termine di una relazione immatura durata un anno, si mette proprio con lui, attratta dal fascino ribelle del giovane Finn. Le vite degli amici di un tempo prendono strade diverse. Al ritorno da un lungo viaggio in America scopre però che Adrian si è suicidato, nel fiore degli anni, tagliandosi le vene nella vasca da bagno. Tony ci resta di stucco, e ricorda le discussioni avute con il compagno di studi anche a proposito del suicidio, come estrema forma di autodeterminazione. Che Adrian si sia ucciso seguendo le proprie riflessioni filosofiche e e perfino poetiche sul senso della vita? La domanda resta senza risposta, anche in mancanza di contatti con il gruppo di un tempo. 
Webster si laurea, si sposa, ha una figlia, divorzia, va in pensione e poi, improvvisamente, il passato fa irruzione nel suo presente. Una misteriosa eredità lo costringe a ricordare, a indagare, a cercare risposte: la madre di Veronica, una donna da lui a malapena conosciuta durante i mesi del suo fidanzamento con la figlia, gli lascia il diario di Adrian, dove evidentemente c'è qualcosa che lo riguarda. Ma che cosa? Impossibile saperlo, dato che l'oggetto è stato sottratto da Veronica stessa, di cui Tony non sa più niente. Qual è il segreto che voi è celato? Ripercorrendo la trama dei ricordi, Webster recupera ricordi che aveva rimosso, e lentamente si avvicina alla verità, che nelle ultime pagine si rivela letteralmente sconvolgente. Il senso della fine di Adrian Finn non è quello che si poteva immaginare. Non c'entrano la filosofia, la poesia, le elucubrazioni sul significato dell'esistenza. Alla fine anche il più brillante degli amici può scontrarsi con la vita come il più indifeso dei mediocri. Si resta con il fiato sospeso, condotti da una scrittura alta, precisa, puntuale, impeccabile, piena di echi letterari.

Nessun commento:

Posta un commento