mercoledì 17 maggio 2017

MEMORIE A 8 BIT




Sergio Algozzino
MEMORIE A 8 BIT
Tunué
2014, brossurato
220 pagine, 9.90 euro


"Ooooo" è una delle esclamazioni che si ripetono in bocca al piccolo Sergio (e anche al Sergio più grandicello) di fronte alle scoperte che segnano la sua vita negli anni in cui un ragazzo scopre il mondo. Il primo "ooooo" prorompe il giorno in cui l'evoluzione tecnologica fa irruzione in casa sua con l'arrivo del Commodore 64, che lui avrà avuto una decina d'anni. Poi ci sono gli "ooooo" per i primi comics, per le canzoni e per le lesbiche su una rivista porno. Algozzino, fumettista ma anche musicista di talento, palermitano, classe 1978, racconta la sua infanzia e la sua adolescenza attraverso una carrellata di divertenti aneddoti disegnati (raccolti in volume rivisti, corretti e integrati dopo essere stati pubblicati in ordine sparso in precedenza) e riesce a coinvolgere i lettori sia per il suo talento di narratore in grado di usare con assoluta padronanza il medium fumetto, sia perché è facile riconoscersi in molte delle sue esperienze. A dire la verità, io che sono del 1962 e ho 16 anni più, mi sono perso alcune cose che invece sono state fondamentali per lui e per tutti quelli che hanno attraversato bambini gli anni Ottanta (io l'ho fatto da ventenne) per cui non ho mai giocato con i videogame, non ho mai posseduto un Commodore 64, non so perché Pollon combinasse guai. Addirittura a un certo punto Algozzino chiede: "Chi non conosce Goku alzi la mano! Nessuno? Lo credo bene!". Ecco, Sergio, mi vergogno come un ladro ma io no, non lo conosco. Tu però non ti vergognare di aver apprezzato i Neri per Caso, Ambra, Paolo Vallesi e Mariah Carey, perché anche in campo musicale si diverte di più che non mette paletti. Ma anche senza videogiochi e serie nipponiche ho ritrovato gran parte di me stesso (per esempio nella cabina telefonica o negli aneddoti scolastici. "Memorie a 8 bit", opera poetica e piena di echi, personale eppure universale, colpisce, sorprende, commuove, diverte, e insegna che in fondo ogni adulto è soltanto un bambino cresciuto.

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