venerdì 18 maggio 2018

SCEMOCRAZIA



Massimiliano Parente
SCEMOCRAZIA
Bompiani
2018, brossurato
210 pagine, 16 euro


"Come difendersi dal pensiero comune", recita il sottotitolo. In effetti si tratta di un esilarante vademecum per tenersi alla larga dalle baggianate, che ricorda il "Dizionario dei luoghi comuni" di Gustave Flaubert. Ancora bambino, infatti, Flaubert annotava in una lettera: «siccome c’è una signora che viene da papà e ci racconta sempre delle sciocchezze le scriverò». Per tutta la vita arricchì il catalogo. Un altro paragone possibile è quello con "La prevalenza del cretino", di Fruttero & Lucenti, che scrivono: «Sconfiggere il cretino è ovviamente impossibile. Odiarlo è inutile. Dileggio, sarcasmo, ironia non lo scalfiscono. Il cretino è imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé». Personalmente sono convinto che guardati da qualche punto di vista siamo tutti cretini (per esempio: perché sto perdendo tempo a scrivere questa recensione invece di lavorare?). Siamo tutti cretini a turno, insomma. Poi ci sono quelli che dimostrano di esserlo costantemente. Massimiliano Parente, scrittore e polemista dalla penna intinta nel cianuro e il gusto (sacrosanto) della provocazione e disperazione, felicemente maestro della scorrettezza politica (lo leggo da anni e mi sorprendo d'accordo con lui anche quando non sono d'accordo) compila un campionario di ritratti di tipi umani in cui è facile non solo riconoscere un sacco di persone attorno a noi (o in cui ci si imbatte in Rete) ma in cui è inevitabile anche riconoscere se stessi. Io infatti rientro assolutamente nella categoria dello "scemo che presenta i libri". Nel novanta per cento dei casi sono del tutto o abbastanza d'accordo con l'autore sul ridere della scemenza altrui (e anche della mia). Come si fa a non dargli assolutamente ragione di fronte allo "scemo omeopatico", "lo scemo vivo per miracolo", "lo scemo astrologico", "lo scemo politicamente corretto", "lo scemo dell'11 settembre", "lo scemo che prega", "lo scemo che l'ha letto su Internet"? Ma anche quando, su qualche posizione di Parente, si resta perplessi o non convinti ("la scema smaltata di rosa", "lo scemo che ama gli animali", "lo scemo palestrato") si ride di gusto. Gli aneddoti abbondano e verrebbe voglia di aggiungerne altri tratti dalla nostra esperienza con i vari complottisti, disinformati convinti di saper tutto loro, i creduloni, quelli che continuano a ripetere fake news smentite e rismentite e per quanto tu possa smentirli di nuovo continuano imperterriti nel loro mantra. Parente ha messo su carta quel che in tanti pensiamo di fronte alla scemenza che domina il mondo, alla cretineria prevalente di Fruttero & Lucenti, al catalogo delle idee chic di Flaubert. E riderne è catartico come, talvolta, lo è essere scemi.

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