venerdì 11 maggio 2018

LA FINE DELLA RAGIONE



Roberto Recchioni
LA FINE DELLA RAGIONE
Feltrinelli Comics
2018, brossurato
112 pagine, 16 euro

L'idea alla base di questa graphic novel mi ha fatto tornare alla mente, di prepotenza anche se con un collegamento di idee magari forzato, il racconto "Notturno" (Nightfall, 1941) di Isaac Asimov (poi trasformato in romanzo da Robert Silverberg nel 1990). Anche in quel caso assistiamo alla "fine della ragione" e allo scoppio di una sorta di isteria collettiva su un intero pianeta, dove resiste soltanto una cittadella di scienziati che cercano di far sopravvivere un barlume di conoscenza e razionalità. Un tema, questo, presente in altri racconti del "good doctor". Va detto che le trame asimoviane sono appunto trame, c'è insomma una drammaturgia degli avvenimenti. Recchioni propone invece un plot essenziale raccontato per sommi capi. Come si legge in quarta di copertina, "la scienza è diventata un crimine, la cera medicina è stata bandita, hanno vinto 'loro', ma una madre non si arrende". Una trama avvincente, un progetto che avrebbe potuto dar vita a un fumetto assai più sviluppato (o a un film): invece la scelta dell'autore è di ricorrere al suo talento di illustratore per raccontare attraverso flash e suggestioni, riassumendo quel che sarebbe stato troppo lungo da spiegare in brevi appunti da bloc notes. Si tratta appunto di una scelta: il graphic novel è un mezzo che consente una proposta di taglio autoriale e in questo caso, come in "Asso" e in altri, Recchioni è autore completo e quindi dominus della sua opera, libera dai vincoli della serialità e delle convenzioni di un genere in cui inserirsi. Accettata l'ottica di procedere per sintesi grafica (sicuramente efficace) invece che per sviluppo romanzesco della trama, la storia narrata è folgorante: in un mondo in cui i bambini malati si curano con i Fiori di Bach, l'aromaterapia e i chiodi di garofano, una mamma rintraccia gli ultimi (e disillusi) scienziati barricati nei laboratori sotto il Gran Sasso per farsi dare una medicina. Per gli "altri" la guarigione è naturalmente un "miracolo" e non conseguenza del farmaco, ma forse dalla leggenda (che comincia a serpeggiare) che la scienza può curare le malattie ci potrà essere una rinascita.

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